STORIA DEGLI STRUMENTI DI PUBBLICISMO
A cura di: Gian Luigi Pezza  
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Lezione 12

Storia della radio

Guglielmo Marconi: l’invenzione della telegrafia senza fili

Marconi, nato in una famiglia benestante da padre emiliano e madre irlandese, ebbe un’istruzione scolastica molto irregolare; un misto di insegnanti-precettori privati si alternarono alla scuola regolare, frequentata peraltro sempre con scarso profitto, con il risultato che a vent’anni non aveva conseguito alcun diploma. Aveva tuttavia manifestato un particolare interesse per la fisica e soprattutto per l’elettricità e, sotto la guida di uno dei precettori, il professor Rosa, docente di fisica di un liceo, la passione per i fenomeni elettrici cessò di essere un’infatuazione infantile per diventare vera sete di conoscenza scientifica.

Marconi fin da piccolo aveva dimostrato di possedere molta manualità e a casa aveva creato un piccolo laboratorio dove, con mezzi di fortuna (giacché il padre teneva i cordoni della borsa piuttosto stretti e la madre non aveva disponibilità personali), costruiva apparecchiature elettriche ripetendo gli esperimenti descritti sui libri.

Leggendo una rivista scientifica, Marconi venne a conoscenza delle esperienze di Hertz sulle onde elettromagnetiche e, giovandosi con molta accortezza di tutti i progressi che erano stati raggiunti fino a quel momento dagli altri sperimentatori, ebbe la capacità di intuire che quella scoperta e quegli apparecchi avrebbero consentito di effettuare comunicazioni telegrafiche. (39)

Durante l’estate del 1894 Marconi lavorò intensamente giorno e notte, per riprodurre gli strumenti necessari a ripetere gli esperimenti di Hertz, Lodge e Righi, dapprima incontrando insuccessi ma poi riuscendo, passo dopo passo, ad aumentare la distanza tra i due apparati. Nell’inverno proseguì con le ricerche dirette a costruire coherers più sensibili, ma il perfezionamento più importante apportato da Marconi, nella primavera del 1895, fu quello di avere dotato il “trasmettitore” di un sistema antenna terra. E’ probabile che Marconi sia giunto a questa scoperta del tutto casualmente, mentre tentava di modificare la lunghezza d’onda di trasmissione, operando sul generatore di scintille (40). Il risultato fu un aumento notevole della forza dei segnali che permise a Marconi di allontanare ancora di più il ricevitore fino a una distanza di alcune centinaia di metri.

Ma il vero traguardo, che con ostinazione Marconi si proponeva di raggiungere, era dimostrare la capacità delle onde hertziane di poter superare ostacoli ed essere quindi ricevute in luoghi fuori della portata ottica, in caso contrario la telegrafia senza fili sarebbe stata un’invenzione inutile.

Nell’agosto 1895, dopo una serie di risultati positivi, Marconi manda il fratello, accompagnato da un contadino (41) , in una casa colonica posta, oltre una collina, a più di un chilometro dalla villa Griffone dove Marconi faceva i suoi esperimenti; è nota a tutti la leggenda del colpo di fucile (peraltro, sembra che non venne mai sparato) (42) che coronò il successo della prima trasmissione tra due punti non in vista tra loro.

Marconi propose la sua invenzione al Ministro delle Poste e Telegrafi, on. Sinco, la cui risposta “…fu così dubitativa da rendere necessaria una nuova riunione del nostro piccolo consiglio di famiglia.” (43); allora decise di recarsi, accompagnato dalla madre, in Inghilterra (febbraio 1896). La madre di Marconi, che aveva numerose amicizie a Londra, riuscì a far ricevere il figlio dall’ingegnere capo del dipartimento telegrafico delle Poste Inglesi, William Preece (44); questi, resosi immediatamente conto dell’importanza della scoperta, decise di fornire a Marconi adeguati mezzi tecnici e finanziari per proseguire nelle ricerche.

Marconi era perfettamente consapevole di avere messo in opera un’invenzione i cui riflessi commerciali erano preminenti e quindi il 2 giugno 1896 presentò all’Ufficio Brevetti di Londra la domanda del brevetto di Telegrafia Senza Fili che venne rilasciato l’anno successivo. Nello stesso anno fondò la Wireless Telegraph and Signal Company Ltd e proseguì negli esperimenti migliorando gli apparati e riuscendo così a effettuare collegamenti tra località sempre più distanti tra loro.

Nel luglio 1897 il Ministro della Marina italiano invita in Italia Marconi che eseguirà una serie di esperimenti davanti a gruppi di tecnici e scienziati e davanti al re Umberto e alla regina. E’ un vero trionfo, in poco più di un anno il nome di Marconi è popolarissimo; ormai è un uomo famoso, ricco e sulla cresta del successo. A La Spezia a bordo della R.N. San Martino effettua trasmissioni alla distanza di 18 chilometri; quindi torna a Londra dove i Lloyds gli chiedono di installare trasmettitori in tutte le loro stazioni di segnalazione delle navi: è il primo grosso affare della Wireless Telegraph.

Ormai la Telegrafia senza Fili (T.S.F.) è diventata una realtà in tutti i paesi del mondo. In Francia Ducretet realizza un collegamento tra la Tour Eiffel e il Panthéon (poco più di quattro chilometri) con apparecchiature costruite su progetti del russo A. S. Popov. (45)



(39) "Quando cominciai i miei primi esperimenti con le onde hertziane, non riuscivo a capacitarmi come mai la loro applicazione per fini pratici fosse potuta sfuggire all’attenzione di eminenti scienziati” (da una conferenza tenuta nel 1926 a Bologna). Per completezza d’informazione dobbiamo ricordare che Marconi XE "Marconi"  non fu il primo a concepire l’idea di effettuare comunicazioni  telegrafiche senza l’uso di fili. Addirittura tra il 1857 e il 1859, a Portsmouth in Inghilterra, vennero fatti esperimenti tra le due rive di un fiume, servendosi della conducibilità dell’acqua; altre esperienze furono compiute da un certo Ginth che tentò di trasmettere e ricevere i segnali per induzione, tendendo un filo parallelo a quello telegrafico. Né va dimenticato Francesco Sponzilli (1796-1865), colonnello del genio dell’esercito napoletano, che nel lontano 1859, ebbe l’incredibile divinazione di prevedere che la scienza, mediante l’elettricità, avrebbe scoperto il modo di comunicare via etere con il telegrafo  “senza filo alcuno”.

(40) Già Righi aveva sperimentato vari tipi di scintillatori e aveva notato che, modificando la dimensione dello spinterometro, la lunghezza d’onda subiva proporzionali variazioni.

(41) Antonio Marchi, uno dei coloni che curavano la proprietà agricola di Villa Griffone, a Pontecchio. Marchi è morto nel 1948 alla bella età di 105 anni.

(42) Il figlio del Marchi (Giuseppe) raccontò all’autore che il padre, durante tutta la vita e addirittura in punto di morte, aveva continuato a smentire il colpo di fucile. Anche Giorgio Tabarroni, uno dei più acuti studiosi di Marconi XE "Marconi" , parla di leggenda (Bologna e la storia della radiazione, Bologna, 1965, ediz. fuori commercio, pag. 88 e 145, didascalia alla tavola 38a). Al contrario Degna Paresce Marconi, figlia dello scienziato, nel suo libro My father Marconi, Mc Graw-Hill Book Co., Inc., New York, 1962, racconta che a sparare il colpo di fucile fu il colono Mignani. L’autore presume che la signora Degna Marconi sia stata fuorviata, nella citazione del nome, dalla biografia del padre scritta da Luigi Solari, il quale riferisce le seguenti parole dello scienziato): “…..proseguii nelle mie esperienze, aiutato da mio fratello maggiore Alfonso (che però non aveva particolari attitudini tecniche), dal colono Magnani (sic) e dal falegname Pinelli”. (“Marconi nell’intimità e nel lavoro”, Mondadori , 1940, pag. 13). Sul colpo di fucile Solari riporta , virgolettate, le seguenti parole di Marconi: “Nelle esperienze condotte fino allora fra località visibili, mio fratello mi dava notizia del funzionamento dell’apparecchio ricevente facendomi dei segnali convenzionali con un fazzoletto legato ad un bastone di legno. Ma dovendosi eseguire delle esperienze in località fra loro invisibili occorreva un altro sistema di segnalazione. A tale scopo mio fratello si armò di un fucile da caccia e mi disse: “Se il ricevitore funzionerà ancora al di là della collina sparerò un colpo di fucile”. “Sta bene!” risposi e collo sguardo seguii il cammino di mio fratello sino a quando lo vidi sparire dietro la cima della collina. Dopo qualche minuto ripresi la trasmissione manipolando la chiave Morse collegata al rocchetto di Ruhmkorff. Ad un tratto un colpo di fucile echeggiò nella valle. Il successo della mia invenzione era assicurato “.

(43) Dal racconto di Marconi XE "Marconi"  citato da L. Solari in op. cit. pag. 18. Contra L. Gualandi, in op. citata, secondo il quale non esiste alcun documento che comprovi l’offerta al Governo italiano della sua invenzione da parte di Marconi. Invece nell’archivio storico del Ministero degli Esteri in Roma esiste una lettera di Marconi, datata 20 dicembre 1896, quindi poco prima di trasferirsi a Londra, diretta al generale Annibale Ferrero, allora ambasciatore d’Italia a Londra, nella quale ricorda di avergli comunicato circa dieci mesi prima la sua scoperta.

(44) Nel 1892 aveva sperimentato un sistema di telegrafia senza fili che funzionava sul principio di induzione tra conduttori paralleli, i cui risultati non erano stati tuttavia convincenti. Preece venne poi nominato baronetto, per i meriti acquisiti nel campo delle telecomunicazioni.

(45) Si noti questo interessamento verso l’industria russa, all’epoca arretrata, piuttosto che verso la  più progredita industria inglese (Wireless Telegraph) o tedesca.


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Theorèin - Marzo 2005